La produzione casalinga di tessuti era molto comune fra le famiglie mezzadrili, dettata dalla necessità di vestire l’alto numero dei suoi componenti, nonché di fornire alle figlie in età da marito il corredo, costituito da lenzuola, federe e asciugamani. Si trattava di un’attività volta all’autoconsumo e praticata, specie nelle fasi che andavano dalla filatura delle fibre alla tessitura, esclusivamente dalle donne. La canapa ed il lino erano le fibre tessili più diffuse nelle nostre campagne. La possibilità di coltivarle in loco e la loro qualità di piante da rinnovo, adatte ad iniziare la rotazione, ne facevano la componente principale di tutta la biancheria delle case contadine.
La semina della canapa avveniva in primavera sui terreni migliori, preparati con vangature profonde e concimati abbondantemente. La raccolta si effettuava in piena estate (luglio-agosto) e successivamente si procedeva alla macerazione, all’essiccazione e alla lavorazione delle fibre.
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